Il rivelatore nucleare a tracce

 

Scopo della collaborazione, era la produzione su scala industriale di un polimero (noto con il nome di CR-39) con le caratteristiche di sensibilità e riproducibilità dei risultati necessari per l’utilizzo in esperimenti di Fisica [4,19].  Ho contribuito ad attrezzare presso il Dipartimento di Fisica il laboratorio per lo sviluppo chimico e l'analisi fisica del rivelatore, e il laboratorio per la lettura ottica automatizzata delle tracce di post-attacco. Tra i lavori più significativi, è la dimostrazione sperimentale che il nostro CR39 è sensibile anche alla perdita di energia di particelle non-relativistiche, e quindi ai monopoli magnetici previsti dalle teorie di Grande Unificazione [27].

Il CR-39 è un rivelatore nucleare a tracce molto versatile, e lo abbiamo utilizzato in molteplici attività. In particolare, e’ stato impiegato per la ricerca di monopoli magnetici eventualmente prodotti presso collisionatori adronici (al Tevatron del Fermilab [6]), e leptonici (al LEP del CERN, [12]). E’ stato utilizzato anche per la misura della concentrazione di radon a Bologna in ambienti chiusi [9], e per misure (di rilevanza astrofisica) di sezioni d'urto di frammentazione di ioni pesanti [18].