Pannello D5
Tomografia ad emissione di positroni (PET)
Un radiofarmaco marcato con un isotopo che emette positroni viene somministrato al paziente per endovena; la PET permette di seguire il percorso del radiofarmaco nel corpo e poi nell’organo in esame. La PET e’ il mezzo piu’ sensibile e specifico per visualizzare percorsi di molecole marcate. La sua selettivita’ permette mappature anche con dosi molto basse.
La PET e’ utilizzata per meglio seguire l’anatomia funzionale, cioe’ verificare varie attivita’ fisiologiche del cervello. La neuropsichiatria e la neurologia sfruttano questo metodo per estendere le nostre conoscenze sulla fisiopatologia del cervello.
La PET e’ anche utilizzata per lo studio di tumori cerebrali e per capire i meccanismi di attacco delle terapie antitumorali. Puo’ rivelarsi estremamente potente per produrre nuovi farmaci.

1) Schema di funzionamento della PET: un radiofarmaco emette un positrone, che rallenta e interagisce con un elettrone producendo due fotoni di uguale energia emessi in direzione opposte. I due fotoni sono rivelati contemporaneamente cosi’ da localizzare il radiofarmaco nel corpo in esame.
2) Applicazione della PET alla neurofisiologia: le aree attivate (in colore), rivelate dalla PET, sono le zone del cervello in cui avvengono operazioni di memorizzazione, come quando cerchiamo di ricordare un numero telefonico.