Pannello D6
Adroterapia
Almeno un terzo dei cittadini europei e’ interessato, nell’arco della vita, da un episodio tumorale maligno, e solo il 45% dei pazienti guarisce grazie a varie terapie. Un guadagno dell’ 1% su questa percentuale corrisponde a circa diecimila vite; ogni miglioramento anche piccolo e’ pertanto importante.
La radioterapia con raggi x e g viene gia’ utilizzata nella lotta contro i tumori, sia da sola che in combinazione con la chirurgia e/o la chemioterapia. Nuovi metodi permettono di somministrare una maggiore dose al tumore con una contemporanea diminuzione della dose somministrata ai tessuti sani circostanti.
L’adroterapia fa uso di fasci di particelle cariche e permette di curare tumori situati a ridosso di organi critici.
Il termine adroterapia combina un termine usato nella fisica subnucleare (gli adroni sono le particelle costituite di quark) con un termine di uso medico (terapia).

1) A sinistra: immagine tomografica ricostruita al calcolatore di una testa umana con indicato un singolo campo di radiazione. Il bersaglio e’ quello entro la linea rossa, molto vicino alla parte centrale del cervello, indicato dal contorno verde. Le aree colorate corrispondono alle zone che ricevono piu’ del 90% (rosso) e meno del 10% (blu) della dose nominale. Nella direzione trasversa la dose scompare in pochi millimetri di spessore.
A destra: ricostruzione dell’attivita’ positronica con il massimo (indicato in rosso) entro il volume del bersaglio (il fascio incidente da’ luogo a carbonio radioattivo che decade in positroni, utilizzati come nella PET).
2) Impianto per l’irraggiamento con fasci orizzontali di protoni al Loma Linda University Medical Center. Il paziente viene immobilizzato secondo un sistema che garantisce il riposizionamento con un errore inferiore ad un millimetro.