Pannello E2
Raggi cosmici e fisica astroparticellulare
Un flusso continuo di “raggi cosmici” raggiunge dallo spazio la nostra atmosfera; qui le particelle si moltiplicano in una cascata di interazioni e decadimenti successivi creando un’invisibile “pioggia cosmica” che colpisce ciascuno di noi alla frequenza di circa 4000 particelle cariche al minuto.
I raggi cosmici consistono per lo piu’ di protoni, nuclei di elio e di ferro, fotoni e neutrini. Provengono dal sole, da supernovae e da altre sorgenti non ancora identificate all’interno della Via Lattea (la nostra galassia) e anche da piu’ lontano.
Lo studio dei raggi cosmici ha permesso di capire questo fenomeno naturale; inoltre e’ stato anche la chiave per aprire alla nostra indagine l’universo subnucleare, negli anni ’30 e ’40, quando gli acceleratori potevano accelerare particelle che a malapena scalfivano la superficie dei nuclei atomici.
Oggi i raggi cosmici permettono di indagare il cosmo attraverso segnali di alta energia, di studiare la fisica fondamentale ad energie irraggiungibili artificialmente e di ottenere indicazioni sulle prime fasi dell’evoluzione dell’universo. Il Laboratorio del Gran Sasso e’ un grande laboratorio dedicato a questi scopi.

1) L’interazione dei raggi cosmici con l’atmosfera e la crosta terrestre in una rappresentazione grafica che mostra anche le tre sale sotterrranee dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso.