Il rivelatore dell’esperimento CDF attivo al Fermilab dal 1985 al 2011

Una nuova precisa misura della massa del bosone W mostra tensione tra i dati sperimentali e la teoria

La Collaborazione dell’esperimento CDF (acronimo di “Collider Detector at Fermilab”)  ha reso nota  la misura della massa del bosone W pari a MW = 80 433.5 ± 9.4 MeV, la misura più precisa che sia mai stata realizzata. Ad oggi, questa è la nostra misura più solida, e manifesta una discrepanza tra il valore atteso nel Modello Standard e quello misurato.

Il risultato conseguito premia lo sforzo decennale di un esperimento al quale gli italiani, con il supporto costante dell’INFN, hanno contribuito in maniera decisiva, sin dagli esordi risalenti a oltre 40 anni fa CDF è uno storico esperimento  di fisica delle particelle elementari e delle interazioni fondamentali della natura svoltosi al collisionatore di protoni e antiprotoni Tevatron del laboratorio di alte energie Fermilab di Chicago.

L’esperimento CDF ha raccolto dati per quasi venti anni conseguendo innumerevoli importanti risultati di fisica,  tra cui la scoperta avvenuta nel 1995 del quark top che è l’ ultimo dei sei quark  previsti dal Modello Standard delle particelle elementari e delle interazioni fondamentali.  

Un’altra particella  fondamentale del Modello Standard è il bosone W rivelato al CERN di Ginevra nel 1983. Esso svolge un ruolo importante agendo da mediatore delle interazioni deboli e il valore della sua massa MW rappresenta uno dei parametri fondamentali nella fisica delle particelle. Misure della  sua massa sono state condotte con precisione via via crescente, prima ricorrendo a esperimenti al Tevatron, poi a LEP presso il CERN, e infine presso LHC al CERN.

Il tassello finale nella validazione Modello Standard è  stato l’osservazione del bosone di Higgs, ottenuta 10 anni fa dagli esperimenti ATLAS e CMS condotti presso l’acceleratore LHC.  

Le masse del  bosone di Higgs (MH), del quark top (Mt) e  MW  sono intimamente correlate tra di loro  e una loro misura di precisione permette di sottoporre a verifica il Modello Standard stesso.

La misura della massa della W condotta dall’esperimento CDF, descritta nell’articolo pubblicato su Science, è  frutto di un lavoro di analisi durato dieci anni e si è  basata su un campione di circa quattro milioni di eventi candidati W raccolti tra il 2002 e il 2011.  Per questi eventi sono state studiate le distribuzioni di alcune quantità cinematiche ottenute dai dati e confrontate con previsioni ottenute da simulazioni ottenute in riferimento a diversi valori possibili per MW. In questo modo, dopo aver condotto attente calibrazioni, si è ottenuta infine la misura della massa del bosone W pari a MW = 80 433.5 ± 9.4 MeV. La precisione relativa, di circa 1 parte su 10mila, supera tutte le altre misure precedenti combinate. Tale precisione  risulta inoltre essere confrontabile con quella teorica rendendo possibile il confronto diretto tra misure e previsioni.

Per rendersi conto della rilevanza di questo risultato è importante confrontare il valore misurato per MW assieme alla media mondiale ottenuta per la massa del quark top Mt (il contorno rosso nella figura fianco) con le previsioni teoriche basate sul valore misurato per la massa del bosone di Higgs (la linea continua blu). Si può notare  una discrepanza significativa tra la più recente misura di MW e Mt e le previsioni del Modello Standard. Tale discrepanza suggerisce la necessità di miglioramenti nelle previsioni del Modello Standard, o dell’introduzione di estensioni teoriche rispetto all’attuale Modello Standard.

Ciò non giunge del tutto come una sorpresa perché i fisici ritengono che la descrizione della natura fornita da questo modello per quanto precisa  possa essere incompleta. Prova ne sono le recenti scoperte delle oscillazioni dei neutrini e le indicazioni della possibile presenza di un tipo di materia non ancora rilevata nel nostro Universo, la cosiddetta  materia oscura.

In conclusione, questo risultato  potrebbe essere la prima indicazione costruita su  solide basi sperimentali  e  misure di altissima precisione dell’esistenza di nuova fisica, o  di fisica “ beyond the Standard Model”, come è in uso  dire.

Numerosi docenti e ricercatori del Dipartimento di Fisica e Astronomia  dell’Università  di Bologna, assieme a colleghi di altre università italiane (Padova, Pavia, Pisa, Roma Sapienza, Siena, Trieste e Udine) e ricercatori dell’ Istituto Nazionale di Fisica Nucleare hanno preso parte alla costruzione del rivelatore CDF, alla presa dati, alla scrittura dei programmi di ricostruzione e simulazione, e all’analisi degli eventi raccolti da CDF.

Numerosi sono poi stati gli studenti, i dottorandi e gli assegnisti che nel corso degli anni si sono formati all’interno del nostro gruppo.  Usufruendo  proficuamente anche di periodi estivi di permanenza presso Fermilab stesso all’interno di un  programma di “summer student”  di CDF cofinanziato dall’INFN per la formazione scientifica avanzata.

2014: ultimo meeting di collaborazione di CDF a Fermilab. Ma non era un addio, solo un arriverci.

Una immensa gratitudine e un affettuoso ricordo  vanno  al Prof. Franco Rimondi del DIFA che ha guidato il gruppo di ricercatori di CDF-Bologna fino alla sua scomparsa.

Articolo su “Science”

News sul sito INFN dell’Ente

 

Poster with logo ICHEP 6-13 july 2022

ICHEP 2022 a Bologna

Dal 6 al 13 luglio 2022, Bologna ospita, per la prima volta in Italia, la 41ma edizione di ICHEP –International Conference on High Energy Physicsl’evento scientifico di riferimento della fisica delle particelle da oltre 70 anni,  nella quale, ogni due anni, vengono presentati i risultati più rilevanti prodotti dalla comunità scientifica che si occupa di fisica delle particelle, astrofisica, cosmologia e tecnologia degli acceleratori e vengono discusse le strategie ed i piani per il futuro della ricerca in questi campi.
Sei giornate di lavori – con pausa la domenica – al Bologna Congress Center, che vedranno coinvolti oltre mille fisici provenienti da tutto il mondo, con più di 900 presentazioni in sessioni parallele (dal 6 al 9 luglio) e plenarie (dall’11 al 13 luglio): dopo la pausa forzata dell’emergenza sanitaria, la manifestazione torna dunque in presenza, proponendo anche la modalità in streaming per consentire la partecipazione da remoto. 
Per maggiori informazioni: https://www.ichep2022.it
Fotografia del Dott. Vincenzo Vagnoni

Vincenzo Vagnoni eletto Spokesperson di LHCb

Vincenzo Vagnoni è stato eletto Spokesperson della Collaborazione internazionale di LHCb al CERN.

E’ un risultato che onora tutto l’INFN e in particolare la Sezione di Bologna e il gruppo locale di LHCb.

A Vincenzo vanno le congratulazioni di tutta le Sezione e un “in bocca al lupo” per il successo nelle sfide dei prossimi anni.

Immagine di un vagone ferroviario con l'immagine di una bicicletta

La Sezione INFN di Bologna avvia l’indagine “mobilità casa-lavoro 2022”

La Sezione INFN di Bologna ha avviato l’ indagine “mobilità casa-lavoro 2022”.

Per la compilazione del PSCL ( Piano degli spostamenti Casa-Lavoro ) 2023 sarà utilizzato il sistema MMS del Comune di Bologna, già conforme alle nuove linee guida, con l’indubbio vantaggio di uniformarci alle altre Aziende/enti/scuole del territorio.

Lo scopo di questa indagine è arrivare a gestire nel modo migliore un aspetto che incide moltissimo sulla qualità della vita delle persone e dell’ambiente: la mobilità sul territorio.

È indispensabile conoscere i tempi e le esigenze della città, degli spostamenti, delle scuole, delle persone.

Le informazioni raccolte consentiranno di avere una base per creare un piano di mobilità sostenibile e di avere un quadro più completo delle problematiche connesse agli spostamenti nel contesto urbano.

Il questionario sarà attivo dal 8/11/2022 al 30/11/2022.

I link per la compilazione del questionario sono stati inviati ai dipendenti tramite email.

Da notare che sotto la voce “smart working” ricadono tutte le modalità INFN di lavoro da remoto (Lavoro Agile, Telelavoro, Attività Fuori Sede (I-III).

Per ogni dubbio o chiarimento scrivete a mobilitymanager@bo.infn.it

Partecipanti all'evento fotografati nella Sala all'Hotel Europa

Kick-off meeting a Bologna del progetto europeo EURO-LABS

Il 1° settembre scorso è cominciato il progetto europeo EURO-LABS. Il progetto avrà una durata europea ed è stato finanziato con 14.2 milioni di euro dal programma Horizon Europe.

Il kick-off meeting del progetto si è svolto a Bologna dal 3 al 5 ottobre 2022 presso l’Hotel Europa, con la partecipazione in presenza di una settantina di colleghi internazionali. Si è discusso sull’organizzazione, la struttura e il coordinamento del progetto. Si sono inoltre passati in rassegna i collegamenti e le sinergie con altri progetti come AIDAinnova, IFAST e le comunità rappresentate da NUPECC ed ECFA.

EURO-LABS è infatti il primo progetto europeo che mette insieme la comunità dei fisici nucleari assieme alle due comunità degli acceleratoristi e degli sviluppatori di rivelatori per la fisica delle alte energie. Coinvolge 25 beneficiari, laboratori ed istituti europei, oltre a 9 laboratori extra europei come partners associati. Il progetto finanzia e permette l’accesso a quasi 40 infrastrutture di ricerca europee. EURO-LABS può infatti coprire le spese di viaggio e di alloggio per le missioni ad infrastrutture per effettuare periodi di test-beam per rivelatori e/o componenti di acceleratori, periodi di irraggiamento, esperimenti di fisica nucleare, ecc.

La sezione di Bologna ha un ruolo di primaria importanza in questo progetto: il Project Coordinator del progetto è Paolo Giacomelli, e il Project Office è organizzato e coordinato da Bologna.

Per maggiori informazioni: https://web.infn.it/EURO-LABS/

Locandina dell'evento

Torna la Notte Europea dei Ricercatori, venerdì 30 settembre 2022

I ricercatori dell’università e degli istituti di ricerca di Bologna vi aspettano in piazza Lucio Dalla dalle 17:30 in poi per passare insieme una serata colma di laboratori, dimostrazioni, giochi, presentazioni, per grandi e piccoli.

Il programma della manifestazione è disponibile qui: 

https://www.nottedeiricercatori-society.eu/la-notte

La Notte Europea dei Ricercatori è un’iniziativa promossa dalla Commissione Europea che coinvolge ogni anno migliaia di ricercatori e istituzioni di ricerca in tutti i paesi europei. Society riPENSAci è il progetto di CNR, INAF, INFN, INGV, UniBO, CINECA, ComunicaMente e Naxta che nel 2022 porta la Notte Europea dei Ricercatori a Bologna, nei campus di Cesena, Forlì e Predappio, Ravenna, Rimini, e a Ferrara.

https://www.nottedeiricercatori-society.eu/

Aspettando… Notte Europea dei Ricercatori 2022: Dipendenze

Aperitivo scientifico
   mercoledi` 21 settembre 2022 – h 18.30
centro CostArena
via Azzo Gardino 48, Bologna

DIPENDENZE

A questo concetto si legano mondi lontanissimi e dai volti contrastanti che condividono tutti il senso di asservimento e impossibilità di “astinenza”. 

Chi può dirsi completamente “libero” dalle nuove tecnologie per esempio? Elvis Mazzoni, docente del dipartimento di Psicologia Unibo, ci illustrerà l’utilizzo funzionale e disfunzionale delle tecnologie digitali portandoci in un viaggio nei meandri di internet, dei social media e degli smartphone per scoprirne le potenzialità ma anche per comprendere come possono portare a comportamenti problematici e criticità in vari ambiti della vita quotidiana. 

Stefano Marcellini, ricercatore INFN, discuterà della massiccia circolazione delle informazioni che caratterizza la nostra epoca e che ha come effetto un generale disorientamento. Esistono però strumenti che ci aiutano a identificare i contenuti scientificamente corretti. 

Nicola Armaroli del CNR ci farà da guida nel tema, attualissimo, delle dipendenze energetiche, parlando di modelli e tecnologie più sostenibili, anche in relazione alla disponibilità di risorse e ai cambiamenti climatici.  

RELATORI:
 
Elvis Mazzoni (Unibo); 
Nicola Armaroli (CNR); 
Stefano Marcellini (INFN)

Modera: Gianluca Dotti – Tecnoscienza

Partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti

Informazioni nella locandina allegata e alla pagina
https://www.nottedeiricercatori-society.eu/eventi/dipendenze
 
Locandina evento

Aspettando… Notte Europea dei Ricercatori 2022: Catastrofe

Aperitivo scientifico
    mercoledi` 14 settembre 2022 – h 18.30
via Azzo Gardino 48, Bologna


CATASTROFE

Asteroidi killer, stelle che esplodono, onde gravitazionali… sono momenti di svolta nella storia cosmica e geologica,
ma è proprio da questi cambiamenti improvvisi che possono nascere nuova vita, nuove opportunità  e nuove prospettive.
Quelle che crediamo catastrofi possono trasformarsi in speranze, come ci spiegherà Albino Carbognani di INAF guardando alle catastrofi stellari che arricchiscono il sistema della nostra galassia di carbonio e ossigeno, all’asteroide che ha estinto i dinosauri lasciando mano libera ai mammiferi o alle onde gravitazionali e ai buchi neri. 
Con Maurizio Spurio, professore dell’Università di Bologna e associato INFN, scopriremo come si riescono a osservare le collisioni fra buchi neri con i rivelatori di onde gravitazionali costruiti sottoterra, mentre Licia Faenza di INGV ci racconterà come organizzazione, coordinamento e scambio di informazioni, se tempestivi, possono essere decisivi per difenderci da diversi rischi naturali (terremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche, eventi meteorologici gravi, inondazioni e incendi boschivi).

Albino Carbognani – INAF
Maurizio Spurio – Unibo/INFN
Licia Faenza – INGV

Modera: Gianluca Dotti – Tecnoscienza

Partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti

Informazioni nella locandina allegata e alla pagina
https://www.nottedeiricercatori-society.eu/eventi/catastrofe
Foto evento OLIFIS edizione 2022

Scuola di preparazione alle Olimpiadi della Fisica – edizione 2022

Dal 29 agosto al 3 settembre 2022 presso il Centro Residenziale dell’Abbazia di Sant’Urbano a Apiro (MC), 32 studenti delle Scuole Superiori di Emilia-Romagna e Marche selezionati per i loro ottimi curricola scolastici si alleneranno per poter essere selezionati nella squadra italiana che parteciperà alle Olimpiadi Internazionali della Fisica, una gara che ogni anno vede il coinvolgimento di circa 400 studenti provenienti da 80 nazioni e che nel 2023 avrà luogo a Tokyo in Giappone.

Per una settimana questi ragazzi frequenteranno la scuola estiva residenziale di alta formazione (OLIFIS ER Marche) organizzata dalla Associazione di Promozione Sociale “Fisica e Scuola” di Bologna e dalla Fondazione Giuseppe Occhialini di Fossombrone che si occuperà, unica in Italia, della prima fase preparatoria a questo prestigioso appuntamento, con lezioni e laboratori che copriranno gli argomenti più importanti della fisica.

Non solo esercizi ed esperimenti caratterizzeranno le attività dello stage ma anche un ricco e diversificato programma che inizierà già a partire da lunedì 29 agosto presso l’Abbazia.

Nella serata di lunedì gli studenti avranno infatti l’occasione di conoscere il progetto di innovazione rurale della Valle di San Clemente che con il suo laboratorio agro-tecnologico basato sulla scienza dei dati, la robotica e i sistemi interconnessi, si propone come modello di riferimento dell’agricoltura del futuro partendo dai valori della terra. Un progetto fortemente voluto dall’impresa Loccioni, dal Comune di Apiro e da tutti gli abitanti, professionisti della valle che condividono l’amore per questo territorio.

Giovedì pomeriggio 1 settembre, gli studenti della Scuola proseguiranno la visita nei laboratori Loccioni.  Formata prevalentemente da giovani, la Loccioni è un’impresa leader nello sviluppo di sistemi di misura e di controllo nel campo della mobilità, dell’energia, dell’ambiente, della salute, con clienti e collaborazioni a livello mondiale. Un’opportunità di sbirciare nel lavoro futuro per i ragazzi che intendono proseguire gli studi in ambito scientifico.

Infine OLIFIS ER Marche si aprirà al pubblico con due iniziative serali ad ingresso gratuito.

Mercoledì 31 agosto alle ore 21:30, il teatro “La nuova Fenice” di Osimo ospiterà Segnali dallo spazio un dialogo a più voci per comprendere quali segnali e quali informazioni ci giungono dallo spazio, come possiamo studiarli, ma anche cosa è possibile imparare dal nostro Universo. Domande e curiosità alle quali risponderanno astronomi e fisici di origine marchigiana impegnati in questo tipo di ricerche.  Saranno ospiti dell’evento Sirio Belli – Università degli Studi di Bologna, Filippo Martelli Università di Urbino e INFN sez. Firenze, Maria Massi del Max Planck Institut, Flavio Travasso – Università di Camerino e INFN – sez. di Perugia, Francesco Vissani – Gran Sasso Science Institute e INFN Laboratori Nazionali del Gran Sasso, moderati da Francesca Faedi – Università di Urbino.

Nella serata conclusiva della scuola estiva, venerdì 2 settembre alle ore 21:30, presso gli spazi esterni all’Abbazia di Sant’Urbano è in programma un evento speciale ed unico a cura dell’Associazione Culturale Nemesis dal titolo “Astronomia in tutti i sensi” che ci porterà a conoscere i pianeti del sistema solare attraverso l’utilizzo dei nostri 5 sensi. Un percorso dal Sole alle stelle più lontane che si chiuderà con un’emozionante esperienza di Realtà Virtuale per farci sentire veri astronauti in viaggio nell’universo.

 

L’INFN sezione di Bologna e sezione di Ferrara contribuiscono alla realizzazione di questa scuola estiva diventata nel tempo un appuntamento atteso per tanti studenti appassionati di fisica.

Immagine di un buco nero

I buchi neri hanno “capelli quantistici”

I buchi neri sono oggetti così compatti che neppure la luce può sfuggirgli e sono descritti da soluzioni delle equazioni di Einstein contraddistinte da pochissimi parametri fisici, come la massa, il momento angolare e la carica elettrica.
Il fisico americano John Wheeler, a cui pare si debba la paternità del termine “buco nero”, riassunse questa estrema semplicità dicendo che “i buchi neri sono calvi”, cosa che contrasta in maniera stridente con l’enorme complessità di quelle stelle che, avendo terminato il combustibile nucleare, possono collassare e formare i buchi neri.
Questo contrasto, tra la semplicità dei buchi neri e la complessità delle stelle, è all’origine del “paradosso della perdita di informazione” formulato da Stephen Hawking. Il celebre fisico britannico, nei primi anni 70, mostrò che i buchi neri possono “evaporare” emettendo un radiazione che dipende solo dalle quantità (massa, momento angolare e carica) che caratterizzano l’esterno del buco nero.
L’informazione sulla complessissima struttura della stella originale andrebbe quindi persa se il buco nero evaporasse completamente. Il “paradosso” si fonda sulla descrizione della stella che forma il buco nero e del suo campo gravitazionale tramite la fisica classica da una parte, mentre la radiazione in cui il buco nero evapora viene descritta usando la fisica quantistica dall’altra. 
Un gruppo internazionale di ricerca che coinvolge Roberto Casadio della Sezione INFN di Bologna e del Dipartimento di Fisica e Astronomia “A. Righi” dell’Università di Bologna ha ottenuto risultati che modificano in modo significativo questo quadro teorico
In un articolo scritto assieme al professor Xavier Calmet e al dottorando Folkert Kuipers dell’Università del Sussex (Regno Unito) e al professor Stephen Hsu della Michigan State University (Stati Uniti), da poco pubblicato sulla rivista Physical Review Letters, è stato mostrato che il campo di gravità in fisica quantistica invece dipende dalla struttura interna della sorgente.
Quindi diciamo che sia attorno ad una stella che all’esterno di un buco nero si trovano dei “capelli quantistici” che, seppur molto deboli, possono contenere l’informazione necessaria a risolvere il paradosso.
Questo risultato ha un parallelo storico nella descrizione quantistica degli atomi che, ai primi del secolo scorso, ne spiegò la stabilità e non richiede alcuna drastica rivoluzione delle teorie quantistiche di campo oggi usate per descrivere in maniera unificata la natura.