

Più donne nella Fisica

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Il master di II livello HPQC sarà attivo a Bologna da gennaio 2025: https://master.unibo.it/hpqc/en
La Sezione di Bologna dell’INFN è partner dell’iniziativa.
HPQC è un corso di formazione unico nel panorama nazionale, orientato allo studio dei paradigmi della computazione high-performance, a grande scala e quantistica che tratta sia metodi che applicazioni.
Le iscrizioni sono aperte: https://www.unibo.it/en/study/phd-professional-masters-specialisation-schools-and-other-programmes/professional-master/2024-2025-1/high-performance-and-quantum-computing-1
Open Days
24/09/2024 online: https://master.unibo.it/hpqc/en/agenda/open-day-1
24/10/2024 online: https://master.unibo.it/hpqc/en/agenda/open-day-2
La nuova intesa riunisce Università di Bologna, CINECA, CMCC, CNR, INAF, INFN e INGV, per mettere a sistema le tante competenze sui temi d’avanguardia della scienza quantistica, dalla ricerca fondamentale alle applicazioni scientifiche e industriali
Il futuro delle scienze e delle tecnologie quantistiche trova a Bologna un nuovo punto di riferimento a livello nazionale ed europeo. È la Bologna Quantum Alliance (BOQA): un’intesa che riunisce Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Consorzio Interuniversitario CINECA, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).
Siglato alla vigilia del G7 Scienza e Tecnologia, ospitato al Tecnopolo di Bologna, l’accordo mette a sistema le tante competenze distribuite sul territorio nazionale legate a temi d’avanguardia della scienza quantistica, dalla ricerca fondamentale alle applicazioni scientifiche e industriali.
In questo modo, grazie al ruolo di coordinamento svolto dall’Alma Mater, la Bologna Quantum Alliance potrà dare un forte impulso allo sviluppo dell’intera filiera quantistica, promovendo ambiti strategici come quello dei computer quantistici, delle comunicazioni quantistiche sicure e della sensoristica quantistica di precisione. Un nuovo fondamentale tassello che va ad arricchire l’ecosistema dell’innovazione bolognese e dell’Emilia-Romagna.
Temi centrali per lo sviluppo tecnologico e sociale come quelli dei Big Data, del supercalcolo e dell’Intelligenza Artificiale potranno così fondersi insieme alle enormi potenzialità delle scienze quantistiche, con applicazioni possibili in molteplici campi tra cui la salute, la climatologia, le scienze della terra e l’innovazione industriale.
Con la Bologna Quantum Alliance nasceranno progetti congiunti, attività comuni per favorire l’innovazione sul fronte della ricerca fondamentale e applicata, e collaborazioni con le aziende, anche mirate al trasferimento tecnologico.
Senza dimenticare il campo, altrettanto centrale, della formazione: saranno messi a punto percorsi di formazione sulle scienze quantistiche per studentesse e studenti, per la qualificazione di ricercatrici e ricercatori e per l’aggiornamento delle figure professionali. E ci saranno anche attività di comunicazione e di divulgazione sul mondo delle tecnologie quantistiche a livello locale e nazionale.
A partire dalle numerose iniziative su queste tematiche già avviate dai partner fondatori, la Bologna Quantum Alliance punterà ad ampliare ulteriormente il suo raggio d’azione, coinvolgendo altre realtà presenti in Emilia-Romagna, in Italia e in altri paesi europei. L’orizzonte è infatti quello tracciato dalla “European Declaration on Quantum Technologies”, con l’obiettivo di contribuire a rendere l’Europa una regione leader a livello globale nell’ambito delle scienze e tecnologie quantistiche.
La Scuola di preparazione alle Olimpiadi Internazionali della Fisica organizzata dall’Associazione di Promozione Sociale “Fisica e Scuola” di Bologna e dalla Fondazione “Giuseppe Occhialini” di Fossombrone quest’anno avrà luogo presso l’Abbazia matildica di Marola (RE) dal 2 al 7 settembre.
Giunta alla sua XVI edizione, coinvolgerà 32 studenti delle due regioni Emilia Romagna e Marche selezionati per i loro ottimi curricula scolastici nelle materie scientifiche. Questi ragazzi con l’aiuto di una quindicina di insegnanti per una settimana si alleneranno per affrontare gli argomenti più importanti della fisica con lezioni, problemi e prove pratiche; esercizi ed esperienze di laboratorio che saranno integrati da un ricco programma di promozione allo studio universitario in ambito scientifico.
Nel pomeriggio di mercoledì 4 agosto gli studenti visiteranno le storiche Officine Meccaniche Reggiane, area attualmente in fase di rigenerazione urbana, che ospiterà un Parco Innovazione luogo di incontro e collaborazione tra mondo accademico e imprenditoriale. Insieme alla visita guidata delle Officine Reggiane, i ragazzi, accompagnati da Federica Ferraguti, professore presso il Dipartimento di Scienze e Metodi per l’Ingegneria (DISMI) dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, seguiranno una presentazione delle attività didattiche e una visita ai laboratori di ricerca del DISMI.
La Scuola Estiva si aprirà poi al pubblico con quattro iniziative ad ingresso gratuito.
Martedì 3 settembre alle ore 21:00 presso il Complesso dell’Abbazia di Marola, il Professor Olindo Corradini dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ci guiderà in un viaggio attraverso la Relatività Generale di Albert di Einstein, esplorando come questa teoria abbia trasformato la nostra comprensione dell’Universo. Dalla spiegazione di fenomeni celesti che sfidavano la fisica newtoniana, fino alle recenti e straordinarie scoperte delle onde gravitazionali, scopriremo come la Relatività Generale continui a plasmare la nostra visione del cosmo.
Giovedì 5 settembre alle ore 21:00 presso l’Abbazia è la volta di “In Minimis Maxima” una conferenza in cui il Dottor Federico Grasselli dell’Università di Modena e Reggio Emilia, illustrerà come simulazioni a livello atomico possano fornire stime quantitative delle proprietà della materia in condizioni estreme, tipiche dell’interno dei pianeti, informazioni che risultano cruciali per costruire modelli dell’evoluzione planetaria su scale temporali che vanno da milioni a miliardi di anni.
Venerdì 6 settembre alle ore 21:30 presso l’Aula Magna Manodori in via Allegri 9 a Reggio Emilia andrà in scena la conferenza-spettacolo “FAKE, di bufale si muore” a cura di Federico Benuzzi, uno spettacolo per famiglie e giovani che affronta il tema scottante delle fake news per riflettere e sorridere sul problema della disinformazione.
La serata è a ingresso libero con prenotazione obbligatoria.
“Quando la Scienza diventa Innovazione” è il titolo dell’ultima conferenza divulgativa in programma sabato 7 settembre alle ore 10:00 a Marola. Accompagnati da Federica Delnevo, fisica e brillante imprenditrice, scopriremo cosa significa davvero “innovazione” e come la ricerca scientifica si trasforma in tecnologie rivoluzionarie.
La Scuola Estiva ha il patrocinio della Regione Emilia Romagna e dei Comuni di Carpineti, di Reggio nell’Emilia e dell’Università Carlo Bo di Urbino.
Ormai un appuntamento consolidato per molti ragazzi dell’Emilia Romagna e Marche, la Scuola è resa possibile grazie al contributo di diverse Istituzioni che, dalla sua nascita, ne hanno appoggiato la realizzazione, fra queste quest’anno: il Dipartimento di Fisica e Astronomia delle Università di Bologna, l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) della Sezione di Bologna, il Piano Lauree Scientifiche classe Fisica dell’Università di Bologna, L’Università di Modena e Reggio, l’INFN della Sezione di Ferrara, l’Università di Camerino, l’Associazione per l’Insegnamento della Fisica AIF, oltre a ADModum R&D, TECSTAR, BE 1st e Zanichelli Editori.
Maggiori informazioni: https://fisica-e-scuola.difa.unibo.it/scuola-olimpiadi/
Contatti: info.fisicaescuola@gmail.com
Oggi, mercoledì 10 luglio, la collaborazione XENON ha presentato all’ International Workshop on the Identification of Dark Matter (IDM2024) a L’Aquila i nuovi risultati dell’esperimento XENONnT.
Si tratta della prima misura dell’interazione coerente di neutrini solari in un rivelatore di materia oscura, e in generale della prima misura di interazione coerente di neutrini di origine non-artificiale (il processo è stato misurato solo nel 2017 con neutrini dalla SNS).
Questo risultato conferma le eccellenti prestazioni dell’esperimento XENONnT in quanto a basso rumore di fondo e piccola soglia di energia di rivelazione, e segna l’entrata di un rivelatore di materia oscura nella regione della cosiddetta “nebbia di neutrini”, dove (almeno in questa regione dei parametri) i neutrini solari iniziano ad essere un background importante per la ricerca di WIMP.
Federica Fabbri, ricercatrice dell’Università di Bologna e dell’INFN, è tra le vincitrici dell’edizione 2024 del premio “L’Oréal Italia per le Donne e la Scienza”. Istituito ventidue anni fa dall’azienda francese di cosmesi L’Oréal, in collaborazione con la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, il programma prevede l’assegnazione di 6 premi, ognuno del valore di 20.000 euro, ad altrettante scienziate under 35 italiane attive nei campi delle Scienze della Vita e della Materia, al fine di favorire e supportare il lavoro di ricerca e la crescita professionale di queste ultime, promuovendo al contempo l’essenziale ruolo svolto dalle donne all’interno dell’impresa scientifica. Federica si è aggiudicata il finanziamento grazie a un progetto dedicato allo sviluppo di tecniche e metodologie innovative per studiare variabili ispirate alla teoria quantistica dell’informazione analizzando i dati generati dalle collisioni del Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle del CERN.
“Esplorare la connessione tra la teoria quantistica dell’informazione e la fisica delle particelle create negli acceleratori è una nuova direzione, inesplorata, per cercare risposte alle questioni irrisolte sull’universo che ci circonda, come l’essenza della materia oscura,” racconta Federica Fabbri. “Nel mio progetto studierò tecniche innovative per misurare osservabili derivate dalla teoria quantistica dell’informazione, come l’entanglement, misurate tra le più pesanti particelle conosciute come il quark top e il bosone di Higgs, e poi studierò l’impatto di questo tipo di misure nel trovare traccia di nuove particelle”.
Federica Fabbri, 33 anni, si è laureata in Fisica con lode all’Università di Bologna nel 2014, specializzandosi in fisica subnucleare. Ha conseguito il dottorato all’Università di Bologna nel 2018 sullo studio delle proprietà del quark-top. Durante la tesi magistrale e il dottorato Federica ha svolto attività di ricerca all’Università di Gottinga e al CERN di Ginevra e, dopo il dottorato, ha lavorato all’Università di Glasgow. Successivamente, nel 2023 ha vinto una prestigiosa “European Marie Curie Fellowship”, con la quale è tornata al Dipartimento di fisica e astronomia dell’Università di Bologna dove è attualmente ricercatrice. Componente della collaborazione ATLAS dal 2013, dove ha ricoperto molti ruoli di responsabilità, oggi Federica è anche ricercatrice associata all’INFN ed è autrice di più di 675 pubblicazioni scientifiche su riviste del settore.
Il gruppo di ricerca coordinato da Elisa Ercolessi, del Dipartimento di Fisica e Astronomia e responsabile locale dell’IS INFN “Quantum” (Gruppo IV), ha realizzato con successo un esperimento sul primo computer quantistico commerciale Fresnel, costruito dalla ditta francese PASQAL e la cui tecnologia è basata su atomi neutri. L’attività si inserisce all’interno del progetto “Quantum Computing Development” finanziato da IFAB e che vede la collaborazione del Dipartimento di Fisica e Astronomia, INFN, CINECA e Leithà-Unipol con lo scopo di sviluppare nuovi algoritmi quantistici con applicazioni anche nel campo industriale.
Il lavoro, che è stato seguito in prima persona dal dottorando Simone Tibaldi del PhD in Fisica del DIFA, e ha portato allo sviluppo di un algoritmo quantistico ibrido, il cosiddetto Quantum Approximation Optimization Algorithm, che fa uso di una combinazione di risorse classiche e quantistiche per risolvere un tipico problema complesso di tipo combinatorio su un grafo.
Lo scopo di questo lavoro è duplice: perfezionare l’algoritmo adattandolo alle caratteristiche sperimentali di una macchina quantistica reale e dimostrarne il corretto funzionamento su Fresnel.
Questi risultati si uniscono all’insieme di esperimenti che confermano che un utilizzo di una tecnologia ibrida tra il computer classico e quello quantistico è sempre più vicina e promettente.
Del cerio, un metallo delle “terre rare” presente in molti dispositivi elettronici, si sapeva poco riguardo la sua origine. In un recente articolo pubblicato su Physicsal Review Letters (https://doi.org/10.1103/PhysRevLett.132.122701) e selezionato come scelta dell’editore, la collaborazione n_TOF (https://ntof-exp.web.cern.ch/) ha cercato di fare luce sulla questione. I dati nucleari finora disponibili e, in particolare quelli di migliore accuratezza ottenuti recentemente alla facility n_TOF, tuttavia, non sono risultati compatibili con quanto previsto dai modelli stellari di nucleosintesi, indicando così la necessità di rivedere i meccanismi ritenuti responsabili della produzione di cerio (e di altri elementi più pesanti) nell’Universo.
La misura della sezione d’urto di cattura radiativa è stata condotta presso la facility per tempi di volo di neutroni n_TOF al CERN. Sfruttando gli intensi fasci di neutroni e l’eccellente risoluzione energetica è stato possibile osservare risonanze neutroniche nell’intervallo di energie coinvolte nella produzione del cerio nelle stelle.
La proposta di misura (https://cds.cern.ch/record/2299593/files/INTC-P-533.pdf), nata da una curiosa discrepanza tra i modelli stellari e i dati osservativi nell’ammasso globulare M22, è frutto della collaborazione tra INFN-Bologna, INAF ed ENEA. Qui di seguito alcuni comunicati su Physical Review Letters: https://physics.aps.org/articles/v17/47, e CERN: https://www.media.inaf.it/2024/03/21/cerio-accendino-universo/
Maggiori informazioni sulla collaborazione n_TOF : https://www.bo.infn.it/gruppo3/n_tof/
Contatti: Cristian Massimi massimi@bo.infn.it , Alberto Mengoni mengoni@bo.infn.it
Nel 2022 il collisionatore adronico LHC ha iniziato la fase del Run 3 e il rivelatore a Tempo di Volo (TOF) dell’esperimento ALICE è entrato nel suo secondo decennio di utilizzo.
L’apparato, costruito sotto la responsabilità del gruppo ALICE di Bologna con il fondamentale contributo dei servizi di sezione, è costituito da strip di Multigap Resistive Plate Chambers (MRPC) ad alta prestazione e copre la regione a rapidità centrale di ALICE per un’area attiva totale di 140 mq segmentata con più di 150 000 canali di lettura.
Il rivelatore TOF di ALICE ha completato agli inizi di luglio 2022 gli aggiornamenti dell’elettronica di readout, che hanno coinvolto la produzione di una nuova scheda di readout progettata da INFN Bologna, e che utilizza link ottici ad alta velocità.
Nell’ottobre 2023 ALICE ha raccolto le prime collisioni Pb-Pb e il TOF ha potuto effettuare una calibrazione a livelli simili a quelli del Run 2.
Grazie ad una nuova campagna di calibrazione, è stato possibile perfezionare in maniera significativa le prestazioni temporali superando, come già al Run 2, gli 80 ps di risoluzione previsti nelle specifiche iniziali del progetto.
Grazie alle sue eccellenti prestazioni e l’ottima risoluzione temporale, fin dal 2009 l’apparato permette di identificare le particelle prodotte a LHC a energie di collisione mai raggiunte prima d’ora in un laboratorio.
Questa caratteristica costituisce uno dei pilastri del programma di fisica di ALICE, a cui il rivelatore TOF contribuisce in maniera cruciale.
Il risultato raggiunto con questa calibrazione conferma che le prestazioni del rivelatore rimangono inalterate dopo ben 15 anni di operazioni.
Il gruppo ALICE di Bologna ha curato l’analisi che ha portato a questo risultato e di cui e’ prevista la pubblicazione su rivista internazionale.