Foto scheda elettronica readout e risultato delle misure ottenute

ALICE TOF di nuovo operativo

Il collisionatore adronico LHC ha concluso il suo secondo periodo di acquisizione a fine 2018 dopo un run di tre anni (2015-2018: Run 2) di grande successo. Da allora in questo periodo di spegnimento della grande macchina acceleratrice – detto Long Shutdown 2: LS2 –  sono stati portati avanti vari lavori di aggiornamento dell’acceleratore e dei detector. Ovviamente anche questi lavori sono stati rallentati dall’epidemia dovuta al virus Sars-Cov-2 e dalle conseguenti restrizioni.

Il rivelatore di tempo di volo (Time-Of-Flight) TOF dell’esperimento ALICE è stato costruito sotto la responsabilità del gruppo ALICE di Bologna. Agli inizi di luglio il gruppo ALICE TOF ha completato gli aggiornamenti dell’elettronica di readout, che hanno coinvolto la produzione di una nuova scheda di readout progettata da INFN Bologna, e che utilizza link ottici ad alta velocità.

Dopo la graduale riaccensione del rivelatore e svariate operazioni di cosiddetto “commissioning’ (“messa a punto”) durante l’estate, il gruppo ha completato proprio in questi giorni una prima presa dati, osservando il tempo di volo dei muoni, particelle che si sviluppano nell’interazione dei raggi cosmici con i nuclei dell’atmosfera, e che attraversano due moduli opposti del rivelatore TOF a circa 8 metri di distanza l’uno dall’altro. Nella figura è riportata la differenza tra il tempo di volo misurato e quello atteso dalla distanza tra i due canali colpiti sul rivelatore.

A LHC i fasci di particelle (e le collisioni) sono previsti riprendere solo a partire da febbraio 2022. In fase di commissioning  è d’uso utilizzare particelle proveniente dai raggi cosmici. Dei vari sottosistemi di ALICE che stanno completando l’aggiornamento durante LS2, il TOF è il primo rivelatore che – con l’elettronica aggiornata – ha già re-iniziato questo tipo di misure osservando nuovamente e finalmente delle particelle!

Il team del TOF ha potuto effettuare la misura controllando completamente da remoto le operazioni, con personale connesso dagli uffici di Bologna e del CERN o dalle proprie abitazioni, ma nessuna presenza presso il sito sperimentale a Saint-Genis-Pouilly, dove si trova l’esperimento ALICE.